I passi nella resina del museo di Friburgo

12/01/2022
La resina è diventata negli anni un materiale che riesce continuamente a sorprenderci: un prodotto comparso sul mercato da poco più di un secolo, essa ha trovato una grandissima varietà di applicazioni in diversi campi; non solo in quello dell’edilizia, ma anche nel campo idrico e in quello produttivo.
Sono davvero numerosi gli usi sperimentati nel tempo di questo prezioso materiale, così come i prodotti realizzati: dalle pavimentazioni, ai quadri, alle sculture ai tavoli e agli oggetti di design. E ancora, la resina ha trovato ampio spazio perfino nell’ambito artistico, grazie alla sua sorprendente versatilità.
Non ci riferiamo semplicemente alla produzione industriale di prodotti cari agli artisti come, ad esempio, la resina Epoxy – spesso utilizzata per ricoprire pitture in modo tale da impermeabilizzarle ed accentuarne la colorazione – o svariati tipi di colla, ma proprio all’utilizzo della resina come materia di ispirazione artistica.
In effetti, la sua malleabilità e l’aspetto unico, vetroso e cristallino, e le sue qualità adesive, fanno sì che la resina si presti ad esprimere la creatività e l’abilità della mente umana; inoltre, l’ecosostenibilità della resina la rende particolarmente indicata all’espressione artistica odierna, spesso orientata a porre l’attenzione sulle sfide dei nostri tempi.
L’intuizione di Zimmerman
Un innovativo e sorprendente esempio di applicazione della resina lo troviamo in Germania, grazie all’idea di Peter Zimmermann, artista tedesco, protagonista di numerose mostre in giro per il mondo, che ha rivoluzionato la pavimentazione del Museum für Neue Kunst di Friburgo: quasi 500 metri quadrati di pavimentazione, stratificati da una resina dai colori accesi e sgargianti.
Creando pozzi di colore di forme astratte e fluide sotto i piedi dei visitatori del museo, mediante un’installazione di resina blu brillante, rosa e color pesca, l’artista ha radicalmente trasformato le sale dell’intera galleria.
I visitatori, completamente immersi nelle stanze del museo, sono invitati a partecipare e ad attivare l’opera semplicemente sedendosi, stando in piedi o camminando attraverso la vasta e sorprendente distesa.
L’idea dell’artista è stata quella di spostare le sue tinte colorate dalla tela al pavimento, cogliendo il potenziale e le particolari peculiarità della resina.
Grazie alla sua proprietà di opacizzare e modificarsi, infatti, ogni graffio lasciato da un tacco, ogni impronta lasciata da una scarpa da tennis, ogni passo di chi si avventura nel museo, va a trasformare e fare evolvere l’aspetto della lastra di resina, proprio come – citiamo Zimmerman – le pennellate sulla tela.
Questo è solo uno dei tanti innovativi usi di applicazione della resina, non più soltanto utilizzata a scopo commerciale.
Elekta Resine, che ha sempre creduto nelle potenzialità di questo prezioso materiale, è da anni impegnata nella ricerca e sviluppo di nuove resine con caratteristiche differenti, al fine di proporre soluzioni sempre più innovative.
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fonte https://www.thisiscolossal.com